Enrico Mainardi da Pieve di Cagna, ridente paesino dell'entroterra urbinate, quando ancora era scapolo potè
permettersi di dedicarsi al fantacalcio.
Grande attaccante quando si trattava di calcare i campi reali, lasciava
tuttavia a desiderare sul fantarettangolo; così abbandonò la contesa a metà stagione, smettendo di
dare la formazione e rassegnandosi all'ultimo posto. D'altronde per vincere al fantacalcio bisogna investire, ed Enrico -
almeno all'epoca - non era quel che si dice uno spendaccione...