Nativo del paese di Di Pietro, come amava ripetere ai bei tempi dell'università (prima che l'immagine dell'ex magistrato, a detta di molti, si deteriorasse irreparabilmente), il nostro amico Marcello ha preferito studiarci dall'esterno prima di coinvolgersi nell'agone fantacalcistico. Alle doti di politico di razza - il nostro amato fantapresidente, nel tentativo di rendere l'idea del suo carisma, lo definiva "il nostro Khomeini" - non corrispondevano, però, le competenze in questa materia, per cui, nonostante il sodalizio con il più esperto Mottola, la sua stagione è trascorsa un po' all'ombra. Di lui ci piace ricordare quella volta che schierò titolari ben due giocatori che non possedeva: quando si dice la lungimiranza!